lunedì 28 aprile 2014

Vini e vitigni dell’Etna


Ci troviamo alle pendici del “Mungibeddu”, come veniva chiamato in passato il vulcano attivo più alto d’Europa o, per essere più precisi e puntigliosi, il più alto della Placca euroasiatica, che nel 2013 è stato insignito dall’UNESCO del titolo di Patrimonio dell'Umanità e cioè, il maestoso Etna; siamo quindi sulla costa orientale della Sicilia e più precisamente in provincia di Catania.


L’Etna è un vulcano con origini che risalgono al quaternario ed un’altezza che si aggira attorno ai 3340 metri, quota che risulta variabile nel corso degli anni a causa delle continue eruzioni che ne cambiano la morfologia.


Si contraddistingue per un’alternanza fra paesaggi urbani, folti boschi, aree desolate ricoperte da roccia vulcanica  e sopra i 1000 metri di quota, per la presenza di zone innevate per buona parte dell’anno.


Nel territorio dell’Etna caratterizzato da zone impervie e poco accessibili, il duro lavoro dell'uomo ha tenacemente plasmato e addolcito il paesaggio lavico  per renderlo meno inospitale e pronto ad accogliere non solo vigneti, ma anche noccioleti, agrumeti, campi coltivati e numerosi insediamenti urbani.


Le lunghe distese, perlopiù scoscese, sono state rese coltivabili con la realizzazione di terrazzamenti delimitati da muretti a secco, edificati, neanche a dirlo, con pietra lavica.


Le viti trovano quì un terreno composto di lava e sabbia che si alterna a strati di pietra pomice, il terreno è molto ripido ed è ricco di minerali (potassio, fosforo, ferro e manganese), ma poco fertile. Proprio la scarsa fertilità fa si che le rese per ettaro rimangano decisamente basse, aggirandosi attorno ai 40 quintali e anche meno;  a basse rese però corrispondono alti livelli di qualità.


I sistemi di allevamento utilizzati vanno dal tradizionale “alberello”, spesso a piede franco reso possibile da un terreno che non favorisce la diffusione della fillossera, alla più attuale controspalliera utilizzata per metodi di coltivazione più moderni.


L’area sfruttata per la viticoltura è compresa fra i 400 e i 1000 metri slm, con rare eccezioni che arrivano a 1200 metri.


I vitigni coltivati sull’Etna sono principalmente quelli a bacca nera e nello specifico il nerello mascalese e il nerello cappuccio, con qualche tentativo che per ora non ha ancora dato i risultati sperati con il pinot nero. Per i vitigni a bacca bianca abbiamo principalmente carricante e minnella bianca.


Le condizioni pedoclimatiche (composizione del terreno, elevate escursioni termiche, ecc..) e il sapiente lavoro dei viticoltori,  fanno sì che le uve qui prodotte abbiano tutte le caratteristiche e le potenzialità per dare vini di ottima qualità e con caratteristiche organolettiche uniche.


Qualche dato

La superficie viticola totale del Parco dell’Etna è di 3.000 ha, di cui 450 con pendenze maggiori del 30% e 2.700 ad un'altitudine maggiore di 500 m s.l.m.
Per dare un'idea dell'opera monumentale che i viticoltori etnei hanno realizzato, è importante sottolineare che ben 2.250 ha sono realizzati su superfici terrazzate (dati aggiornati al 2006 - fonte CERVIM).
L'area viticola è notevolmente frammentata, con proprietà che vanno da poche are fino a 1 – 3 ettari e rarissime eccezioni che superano questa quota.
Il parco dell'Etna fa parte del CERVIM, associazione con il fine di "Valorizzare e salvaguardare il patrimonio creato dalla viticoltura di montagna e in forte pendenza".


Vitigni dell’Etna

Nerello mascalese


Le sue origini sono da localizzare presumibilmente nella piana di Mascali in privincia di Catania. Allevato tradizionalmente ad alberello, è il vitigno più diffuso nell'area dell’Etna.


Sinonimi
Nerello, nireddu, nuireddu mascalese

Caratteristiche
Pianta di buona vigoria, foglia medio-grande,pentagonale, trilobata, opaca e di colore verde chiaro.
Grappolo medio-grande, spesso alato, più o meno compatto, conico, piramidale.
Acini di media grandezza sferoidali o ellissoidali, con buccia spessa e molto pruinosa, di colore blu chiaro.
Matura dall’ultima decade di settembre alla prima di ottobre.


DOC
Etna, Faro, Contea di Sclafani, Marsala, Riesi, Sambuca di Sicilia.

Zone di coltivazione
Province di Catania, Messina, Agrigento e Enna.

 

Nerello cappuccio


Il suo nome deriva dalle caratteristiche dell’apparato fogliare che come un mantello copre i grappoli. E' un vitigno molto antico ma dalle origini incerte, coltivato prevalentemente in provincia di Catania e di Messina.


Sinonimi
Nerello mantellato

Caratteristiche
Pianta di buona vigoria, foglia di media grandezza, orbicolare, trilbata, opaca e di colore verde scuro.
Grappolo di media grandezza, di forma piramidale, compatto.
Acino di media grandezza sferoidali, con buccia consistente e pruinosa, di colore blu-nero. Matura i primi di settembre.


DOC
Etna, Faro.

Zone di coltivazione
Province di Catania, Messina, Agrigento e Enna

Carricante



Vitigno che a memoria d’uomo è sempre stato coltivato alle pendici dell’Etna.


Sinonimi
Carricanti, nocera bianca, catanase bianco.

Caratteristiche
Pianta di media/buona vigoria, foglia media, pentalobata, di colore verde bottiglia.
Grappolo di media grandezza, spesso alato, di forma cilindrica, mediamente spargolo, con acini medi, ellittici corti, buccia pruinosa e consistente di colore giallo-verdolino con la parte esposta al sole tendente al dorato.
Matura tra la fine di settembre e i primi di ottobre.


DOC
Etna bianco e Etna bianco superiore.

Zone di coltivazione
Provincia di Catania.

Minnella bianca



Vitigno coltivato da secoli quasi esclusivamente nel territorio etneo. Il suo nome deriva da "Minna", per la forma a “mammella” degli acini.


Caratteristiche
Pianta di scarsa vigoria, foglia di grandezza media di colore verde chiaro.
Grappolo di media grandezza a forma conico-piramidale, acini medio-piccoli, ellittici, buccia sottile di colore giallo dorato tendente al verdolino.
Matura attorno alla seconda metà di settembre.


DOC
Etna

Zone di coltivazione
Provincia di Catania.

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